Il diritto all'istruzione

Ormai non ci si può più nascondere: i dati, finalmente, sono chiari e definitivi.

Il rapporto Istat 2017/18 ( Fonte Istat ) dice che in Italia ci sono 272.168 alunni con sostegno, pari al 3,1% dei totale iscritti (ovviamente parliamo di studenti che hanno una diagnosi clinica). Di questi:

  • Disabilità intellettiva 46%
  • Disturbi sviluppo (alias autismo) 25%
  • Disturbi linguaggio 20%
  • Disturbi motorio e sensoriale (cecità, sordità, ipovisione) 9%

L’autismo viene definito “Disturbo dello sviluppo” con dizione Disturbi generalizzati dello sviluppo oppure F84. In questa categoria fanno parte (disturbo autistico; disturbo di Rett; disturbo disintegrativo della fanciullezza; Sindrome di Asperger; disturbo generalizzato dello sviluppo non altrimenti specificato (compreso l’autismo atipico). (fonte: istat.it)

Disabilità intellettiva
Disturbi Sviluppo (alias Autismo)
Disturbi linguaggio
Disturbi motorio e sensoriali (cecità, sordità, ipovisione)

Circa 63000 studenti rientrano nei disturbi di sviluppo.

Nel corso degli ultimi anni questo numero è aumentato. Secondo l’osservatorio Nazionale Autismo, che fa capo all’Istituto Superiore di Sanità, si stima che in Italia ci sia 1 bambino autistico su 77 e appare in progressivo aumento. Fonte: Istituto Superiore di Sanità

L’aumento è dovuto dai cambiamenti dei criteri diagnostici grazie anche all’introduzione di strategie di screening e individuazione precoce, che consentono la diagnosi anche di disturbi lievi che in passato non venivano individuati.

Si dovrebbero individuare azioni e strategie di interventi precoci e mirati, integrati tra Sanità – Scuola – e Famiglia, che integrino strumenti terapeutici ed educativi. Ci vuole una formazione mirata agli insegnati di sostegno per aiutare al meglio i studenti con autismo.

Nei prossimi anni ci si attende un progressivo aumento di questi numeri fino ad arrivare all’1% sul totale degli alunni, probabilmente è già così.

Per cercare di non perdere i diversi casi non certificati da diagnosi, recentemente è stata proposta una ricerca che ha studiato i casi di autismo di età compresa tra i 7 ed i 9 anni, condotta sulla provincia di Pisa nell’ambito di un progetto europeo biennale finanziato dalla comunità europea denominato ASDEU (Autism Spectrum Disorder in European Union) , con la collaborazione delle scuole.

Secondo questa ricerca ad oggi, una persona su cento nell’Unione europea è autistica. La prevalenza dell’autismo può essere stimata all’1% circa della popolazione, da 5 a 7,2 milioni di persone in Europa.

La scuola deve continuare a cambiare per dare una mano a questi bambini e ragazzi.

  • Maggiore formazione agli insegnanti (strategie di inclusione nella classe, strategie d’insegnamento)
  • Maggiore formazione agli insegnanti di sostegno (strategie di aiuto)
  • Maggiore informazione nelle scuole (progetti di conoscenza sull’autismo, strategie efficaci contro il bullismo)
  • Strategie per il dopo scuola (formazione e lavorative)

La scuola ha il dovere di garantire una proposta educativa e istruzione per tutti, dove si possa valorizzare e riconoscere le inclinazioni, potenzialità e interessi, superando le difficoltà e i limiti che si frappongono alla crescita di un ragazzo a cittadino.

Alla luce dei progressi della neuropsichiatria si fa sempre più necessario l’aggiornamento e l’adeguamento del sistema scolastico sia in termini di interventi didattici come di divulgazione informativa: un insegnante aggiornato è in grado di svolgere in modo migliore il suo lavoro così come dei ragazzi informati possono affrontare in modo più maturo e propositivo la propria realtà. In fondo una classe è una piccola comunità dove ogni ragazzo porta il proprio bagaglio culturale e le proprie caratteristiche, una maggiore conoscenza della realtà in cui si vive apre la mente dei ragazzi e agevola l’inclusione di ognuno di loro.