Gli insegnanti non sono formati adeguatamente per aiutare ragazzi Asperger: si tratta di poca sensibilizzazione o di scarso interesse nel sostenere il “diverso”?

Raccontiamo la storia di Roberto, diagnosticato Asperger ed il suo calvario durante i primi anni della scuola superiore.

A detta dei genitori per Roberto gli ultimi tre anni di scuola sono stati un vero incubo; infatti all’età di 14 anni al giovane viene diagnosticata la Sindrome di Asperger, decide di frequentare un istituto professionale e per ovvi motivi ha già dovuto ripetere un anno. Questo ha generato in lui livelli di stress e ansia molto forti.

La mamma di Roberto sostiene preoccupata :- “La società non comprende ancora questi ragazzi e l’approccio scolastico è del tutto inadeguato”.

La Sindrome di Asperger è identificata con una differente modalità cognitiva che viene associata all’autismo ad alto funzionamento, caratterizzata da schemi mentali non comuni e difficoltà nell’interazione sociale.

I ragazzi Asperger hanno un buona resa cognitiva e il loro rendimento scolastico è nella media o addirittura superiore, sono ragazzi con molte conoscenze in specifiche aree di interesse ma anche tante difficoltà a capire come funziona la realtà sociale in cui sono immersi.

E’ necessario che all’interno della scuola, ma nondimeno nella società, nasca un percorso di integrazione. Occorre aiutare i ragazzi con la Sindrome di Asperger nel loro viaggio attraverso il sistema educativo e lavorativo! Attuare riforme legate alla scuola ed al lavoro è un ottima opportunità per iniziare questo percorso!

Se ci chiedessimo come dovrebbe essere la scuola del futuro, l’unica risposta è racchiusa nel concetto di INCLUSIVITA’.

Non possono esistere ragazzi di serie a e di serie b, si necessita di incrementare l’omogeneità attraverso un'unica classe all’interno della quale si insegni a crescere in maniera adeguata senza pregiudizi e discriminanti , a prescindere da qualsiasi difficoltà o differenza.

Deve nascere COLLABORAZIONE: l’inclusione si concretizza con la presenza e la cooperazione di tutti i soggetti coinvolti: dirigenti, insegnanti, allievi, personale scolastico, famiglie, enti locali ecc..

E’ fondamentale che ci sia PROGETTAZIONE: una didattica inclusiva deve essere pensata, progettata e pianificata, fin dall’inizio e per tutte le categorie, anche per i ragazzi con autismo.

In questo momento la didattica scolastica in Italia è stata improntata ad essere indirizzata unicamente ai ragazzi neurotipici e non prende in considerazione affatto altri tipi di pensiero, comunicazione, logica. Si devono adattare metodologie educative, o crearne di nuove per soddisfare i bisogni delle persone con ASD o Autismo.

Tutto ciò che ha che fare con l’accessibilità cognitiva, è qualcosa che non è regolamentato e di cui di solito si è poco consapevoli. Le persone con autismo hanno un approccio nell’ elaborare e comprendere informazioni che necessita di struttura , anticipazione e chiarezza e non deve sussistere ambiguità nelle domande.

Dobbiamo pretendere che le istituzioni scolastiche siano accessibili e comprensibili sia fisicamente che moralmente attraverso una tecnica che aiuti i ragazzi a carpire cio’ che gli viene chiesto e quali siano i criteri che verranno applicati per la valutazione: l’informazione deve apparire strutturata e ordinata e le domande chiare e inequivocabili.

Ci devono essere strategie differenti in base all’atipicità dell’individuo: proviamo a domandarci come interpreta le parole un dislessico, cosa rappresenta una grandezza numerica per un discalculico, come vive un lavoro di gruppo una ragazzo con Asperger, cosa significa seguire una videolezione per un ragazzino con ADHD. Dobbiamo tenere conto che esistono tante sfumature ,impariamo ad apprezzarle!

E’ fondamentale che all’interno del sistema scolastico gli insegnanti siano formati alla sensibilizzazione, e allo stesso tempo, diventino sensibili al “ neurodiverso ”.

Le società e le famiglie dovrebbero sostenere gli educatori promuovendo una cultura della diversità: diversità è infatti sinonimo di ricchezza, accoglienza e solidarietà!

Oltre alla formazione scolastica, è particolarmente importante il sostegno nell’ingresso del mondo del lavoro : deve nascere un maggiore coinvolgimento del tessuto imprenditoriale al fine di favorire l’accesso al lavoro a tutti i ragazzi neurodiversi!